Deir el Bahri, tempio di Hatshepsut

Tempio di Hatshepsut

 

Circa mezzo secolo dopo Mentuhotep I, Hatshepsut tornò a far costruire in Deir el Bahri. L'architetto fu Senmut, esempio di quei personaggi di origine non nobile che nel Regno nuovo ebbero la possibilità di salire fino ai piedi del trono. L'autore firmò l'opera rappresentando più volte se stesso nei rilievi. Che egli o la sua committente si siano ispirati all'antico edificio di Mentuhotep è indubbio; del tempio della valle e del viale di sfingi che portava al tempio superiore, che è quello che oggi si vede, non resta nulla, ma l'articolazione a terrazze successive collegate da rampe e i portici sono elementi che ricorrono in ambedue i complessi. L'edificio ha tre livelli successivi: un vasto cortile e due terrazze, la seconda più piccola della prima; si passa dal cortile alla prima terrazza e da questa alla seconda mediante una rampa. I dislivelli sono occupati da portici che fanno così da sfondo sia al cortile sia alla prima terrazza. Il primo portico, diviso in due dalla rampa, è di due serie di undici colonne, precedute ciascuna da un pilastro esterno; il secondo, pure diviso dalla rampa, risulta di due serie di undici paia di pilastri. Alle due estremità del portico di fondo della prima terrazza, vi sono, a sinistra una cappella dedicata ad Hathor, cui il sito di Deir el Bahri era tradizionalmente sacro, e a destra un'altra cappella del dio Anubi, connesso al rituale funerario. Al margine anteriore della seconda terrazza, il livello più alto dell'edificio, vi è un'altro portico e, subito dietro, un cortile rettangolare circondato da un portico di due file di colonne. Sul lato di fondo del cortile si accede al santuario scavato nella roccia dedicato ad Amon. Esso risulta però prolungato da un'aggiunta tolemaica consacrata al culto di personaggi divinizzati: Imhotep, l'architetto della piramide di Djoser, considerato poi un dio guaritore, e Amenhotep figlio di Hapu, "scriba delle reclute" e architetto di Amenhotep III. Ai lati del cortile della seconda terrazza vi sono poi, a destra, un tempio solare e, a sinistra, un santuario duplice dedicato ad Hatshepsut e a suo padre Thutmosi I.

Da "Guida alla civiltà dell'Egitto Antico" di Francesco L- Nera, ed. Mondadori

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