Tanuatamun

Nomi:    Tanuatamun, Bakara Tanuatamun
Dinastia XXV (760-656 a.C.)
Anni di regno [664-656 a.C.]
Collocazione storica: Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

Storia: Tanuatamun era figlio di Shabaka e , quindi, nipote di Piankhy. Ebbe il merito di riconquistare Tebe e Menfi, sottratte dal suo predecessore ad opera degli Assiri. Il resoconto della suo campagna militare è stato scoperto a Gebel Barkal, su di una stele, nota come «Stele del Sogno».
I fatti descritti sono i medesimi del cilindro cuneiforme redatto dagli Assiri secondo il loro punto di vista, ma sarebbe difficile immaginare un contrasto maggiore di quello offerto dalle due versioni: entrambe narrano una storia di trionfi, ma nel primo caso il vincitore è Ashurbanipal, nel secondo Tanuatamun. L'etiope narra che nel suo primo anno di regno vide in sogno due serpenti, uno a destra e l'altro a sinistra, e il sogno gli fu interpretato con queste parole:

L'Alto Egitto ti appartiene, prendi ora possesso del Basso Egitto. Le dee dell'Avvoltoio e dell'Ureo sono apparse sul tuo capo, e il paese ti è dato per quanto è largo e lungo, e nessuno lo dividerà con te.

In quello stesso anno Tanuatamun «salì sul trono di Horo e avanzò dal luogo dove si trovava, come Horo aveva avanzato da Chemmi» e, senza trovare ostacoli, giunse a Napata, dove indisse una gran festa in onore di Amon-Ra. Discendendo il fiume, si recò a rendere il medesimo omaggio al dio Khnum a Elefantina e ad Amon-Ra a Tebe. Sulla via di Menfi fu accolto ovunque con grande giubilo e, al suo arrivo nella capitale settentrionale Tanuatamun prese Menfi e fece offerte a Ptah e alle altre divinità del luogo, dopo di che inviò a Napata l'ordine di costruirvi un grande portale come segno della sua gratitudine.

Dopo di che Sua Maestà discese il fiume per combattere contro i principi del Basso Egitto. Allora essi si ritirarono fra le loro mura, come topi che si rifugiano nelle loro tane. E Sua Maestà passò molti giorni accanto alle mura, senza che nessuno di essi uscisse fuori a combattere con lui.

Perciò Tanuatamun se ne tornò a Menfi a studiare la mossa successiva. Giunse frattanto un messaggero a dire che i principi erano pronti a servirlo. Alla sua domanda se volevano combattere o diventare suoi vassalli, tutti accondiscesero a quest ultima proposta. Furono allora ammessi nel palazzo dove il re li informò che la vittoria gli era stata promessa dal suo dio, l'Amon di Napata. In risposta il principe di Pi-Sopd, parlando per tutti, assicurò che l'avrebbero servito lealmente. Dopo un banchetto i principi chiesero licenza di tornare alle loro città per attendere ai lavori agricoli. Quindi, tutti si dispersero, e l'iscrizione termina qui bruscamente.

L'occupazione di Menfi da parte di Tanuatamun e la sua riconciliazione coi principi del delta precedette l'attacco di Ashurbanipal verso sud e il suo ingresso a Tebe, ma questi fatti non segnarono la fine del monarca etiope che abbandonò prima Menfi e poi Tebe, e «fuggì a Kipkipi». Questa è l'ultima notizia sul suo conto fornita dai testi cuneiformi Assiri. Ashurbanipal afferma di aver completamente soggiogato Tebe e aver portato a Ninive un grosso bottino, ma pare che questa sia stata l'ultima sua comparsa in Egitto (663 a. C.).

Tanuatamun continuò a considerarsi il faraone legittimo ancora per molti anni dopo la frettolosa incursione di Ashurbanipal a Tebe, dove sono state trovate alcune iscrizioni del sovrano etiope, una delle quali registra la vendita di un terreno nel suo ottavo anno di regno. Ma già da tempo egli doveva essersi ritirato a Napata dove morì, e fu sepolto a Kuru.


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