Amenofi IV

Akhenaten
Nomi:    Neferkheprura-waenra, Amenhotpe, Akhenaton
Dinastia XVIII (1548-1292 a.C.)
Anni di regno [1356-1339 a.C.]
Collocazione storica: Nuovo Regno 1567-1080 a.C.

Storia: Amenofi IV detto anche Akhenaton, figlio di Amenofi III, regnò per qualche tempo congiuntamente a suo padre. E' divenuto celebre con l'appellativo di "re eretico": durante il suo regno la religione prese il sopravvento, ma non bisogna dimenticare che già prima aveva un importante ruolo politico e che la riforma religiosa di Amenofi IV è nata da idee sviluppatesi durante il regno di Amenofi III. Sin dall'inizio della dinastia, il clero di Amon aveva esercitato un'importante influenza sul governo, ed è possibile che la riforma religiosa di Amenofi IV abbia avuto un'origine politica più che religiosa. Può anche darsi che il faraone fosse veramente motivato da un certo misticismo (non si hanno testimonianze tali da poter esprimere un giudizio), ma è evidente che uno degli scopi della sua azione era quello di liberarsi dall'influenza del clero di Amon. Con un gesto veramente rivoluzionario cercò di far sparire la religione del dio Amon, chiuse i templi e ne disperse i sacerdoti; non contento, abbandonò Tebe e fondò una nuova capitale a Tell-el-Amarna (Akhetaten), nel Medio Egitto; infine, cambiò il suo nome da Amenofi (nome composto con quello di Amon), in Akhenaton, facendo poi scomparire il nome del dio da tutte le iscrizioni monumentali e dai cartigli dei suoi predecessori. La nuova religione rivelò una netta tendenza al monoteismo, anche se gli altri dei, al di fuori di Amon, non furono osteggiati. Il dio per eccellenza era Aton, che corrisponde al disco solare e, grande novità per l'Egitto, non ha bisogno di statue o di templi: il suo culto si svolgeva all'aria aperta, rivolgendosi direttamente al dio che splende nel cielo. Si è visto in questo culto un'influenza asiatica, e si è persino pensato che il re l'avesse adottato deliberatamente per favorire una politica imperialista egiziana in Asia. In realtà questo è poco verosimile, sia perché Akhenaton non sembra occuparsi molto della politica estera, sia perché il culto di Aton non è stato inventato da lui, (esisteva già sotto i suoi predecessori e il suo nome era citato anche negli antichi Testi delle Piramidi), sia perché il clero sembra aver giocato un certo ruolo in questa rivoluzione; insomma, l'aspetto politico contingente prevalse in questa rivoluzione. I cambiamenti, d'altronde, furono di breve durata, poiché la religione di Aton fu probabilmente abbandonata quando Amenofi era ancora in vita. Sembra che sua moglie, Nefertiti, abbia giocato un ruolo importante in questa vicenda, se non favorendo l'introduzione di questo nuovo culto, restandogli comunque fedele più a lungo del marito. La condotta di questo faraone ebbe come risultato quello di indebolire la XVIII dinastia e, alla sua morte, il clero di Amon, ripreso il potere, favorirà un cambiamento alla guida del paese. Approfittando dell'agitazione interna causata dalla rivoluzione religiosa, gli Ittiti conseguirono alcuni successi, il re di Qadesh riconquistò la piana siriana e il re di Amurru, altro alleato degli ittiti, s'impadronì dei porti fenici. Amenofi IV non reagì, contentandosi di inviare in Fenicia un inquirente che, stranamente, ratificò il potere del re di Amurru nei territori sottratti all'Egitto, comprendenti anche Biblo; il faraone, insomma, accettò il fatto compiuto e mostrò di considerare il re di Amurru come un suo vassallo. In Palestina, i beduini si ribellarono e si impadronirono prima di Megiddo e poi di Gerusalemme; invano i locali chiamarono in aiuto Amenofi IV, che non gli inviò alcun soccorso. Il regno di Mitanni, alleato dell'Egitto, soccombette sotto gli attacchi alternati di assiri e ittiti, i quali obbligarono il re di Amurru, che voleva restare indipendente (posizione che gli aveva lasciato il faraone), a firmare un trattato d'alleanza; ovunque l'influenza ittita sostituì quella egiziana. Della grande opera di Tuthmosi III restò ben poco.
Il regno di Amenofi IV durò diciassette anni. Secondo alcuni egli avrebbe contratto matrimonio con la figlia primogenita e avrebbe poi governato insieme con Semenkhara, suo coreggente, fino a che non maritò la sua terza figlia, Ankhesenpaton, la futura sposa di Tutankhamon. Mori a trent'anni, in seguito a una lunga malattia, lasciando l'Egitto in piena crisi, disarmato di fronte ai vicini potenti. Fu probabilmente in questa fase che il faraone ordinò il martellamento del nome e delle raffigurazioni di Amon da tutti i templi che li riportavano: nessun segno doveva rimanere degli altri dei, questa era la condizione posta perché il disco di Aton brillasse ancora più forte. Sembra che Nefertiti abbia tentato allora di impadronirsi del potere; scrisse infatti una lettera al re ittita in cui gli comunicava la morte dello sposo. Lo informava che, in assenza di pretendenti accettabili, era disposta a prendere come sposo uno dei suoi figli, ma il progetto fallì visto che il predestinato finì assassinato mentre tentava di valicare la frontiera egizia (e alcuni, è bene precisarlo, attribuiscono l'iniziativa del matrimonio con uno straniero non a Nefertiti, ma a una regina successiva, forse la moglie di Tutankhamon rimasta vedova in giovane età). Non si conoscono le circostanze della morte di Nefertiti. Morì forse a trentacinque anni, ma il suo nome non è mai stato trovato su quello che è stato identificato come il suo sepolcro, ne in quello di Akhenaton. Forse il suo corpo fu bruciato, segno di indegnità presso gli Egizi. Certo è che la tomba di Amenofi IV , quella in cui aveva chiesto di essere sepolto accanto ai suoi familiari, fu trovata completamente saccheggiata. Horemheb e i successori maledirono la città di Akhetaton impegnati a cancellare ogni traccia di Amenofi, della moglie e del culto del disco solare. Il culto di Amon recuperò i suoi diritti e i privilegi di un tempo. Dopo un sogno durato dieci anni, l'Egitto riprese il suo corso.


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