Karnak - Recinto di Amon

Tempio di Amon

Grande tempio di Amon: 1, primo pilone; 2, cortile; 3, tempio di Sethi II; 4, tempio di Ramses III; 5, chiosco di Taharqa; 6, secondo pilone; 7, sala ipostila; 8, terzo pilone; 9, corte di Amenhotep III; 10, quarto pilone; 11, quinto pilone; 12, vestibolo di Thutmosi III; 13, sesto pilone; 14, santuario; 15, "sala delle feste" di Thutmosi III.

Le barche processionali arrivavano al recinto di Amon per un canale derivato dal Nilo e accostavano ad una banchina segnata da due piccoli obelischi di granito di Sethi I. Un viale, con a ciascun lato venti sfingi criocefale - a testa di ariete, animale di Amon - conduce alle maestose rovine del primo pilone, costruito dai faraoni della XXX dinastia o di primi tolomei e rimasto incompiuto. Il primo pilone segna il limite occidentale sia del recinto, sia del tempio, di cui ha qui inizio l'asse principale. Tra il primo ed il secondo pilone, un'ottantina di metri più avanti, si stende il grande cortile fiancheggiato da due portici. Sulla sinistra vi è il tempio a tre cappelle parallele di Sethi II, destinato a deposito delle barche sacre della triade tebana Amon, Mut e Khonsu (dio lunare integrato nella teologia locale come figlio delle altre due divinità della triade). Questo tempio, al momento della sua costruzione si trovava fuori dal tempio di Amon ed è stato poi racchiuso nel cortile, come è avvenuto anche parzialmente del tempio di Ramses III, che si trova sulla destra. Quest'ultimo ha un impianto tradizionale: pilone preceduto da due colossi del re, cortile con pilastri osiriaci, ipostila, santuario con le tre cappelle delle barche sacre. La parte centrale del cortile del tempio di Amon è occupata dai resti del portico o chiosco di Taharqa (XXV dinastia) che conduceva alla porta del secondo pilone (Horemheb, XVIII dinastia), preceduta da due statue colossali di granito rosa - di cui una in piedi - di Ramses II. Tra il secondo ed il terzo pilone, uno spazio di un centinaio di metri di larghezza e profondo la metà, costituisce uno dei luoghi più emozionanti e celebri dell'architettura egiziana: è la grande sala ipostila, con le sue 134 enormi colonne. Le due file centrale, ciascuna di sei, più alte delle altre di un terzo, costituivano il portico di accesso al tempio e sono opera di Amenhotep III, analoga al portico dello stesso faraone a Luqsor; i Ramessidi riempirono poi tutto lo spazio, delimitato dai piloni, con altre quattordici file di colonne. La faccia esterna dei due muri laterali porta l'illustrazione delle campagne militari di Sethi I e di Ramses II con la battaglia di Qadesh. Il terzo pilone fu fatto alzare da Amenhotep III, a breve distanza dal quarto pilone di Thutmosi I, che costituiva la facciata del tempio del primo periodo della XVIII dinastia. Ne risulta un cortile (corte di Amenhotep III) largo e poco profondo, in cui vi erano quattro obelischi, due alzati da Thutmosi I e due da Thutmosi III; uno di questi ultimi è l'unico ancora in piedi (sulla destra di questo cortile iniziava l'asse nord-sud). Anche lo spazio tra il quarto ed il quinto pilone, entrambi di Thutmosi I, è alquanto ristretto. E' la parte più antica di quanto si vede oggi, ed era una sorta di vestibolo con quattordici colonne papiriformi, in origine dorate, sistemate da Thutmosi III e con due obelischi, di cui uno in piedi, di Hatshepsut. A partire dal quinto pilone, dietro il quale vi è il sesto, l'ultimo ed il più piccolo (di Thutmosi III), l'area del tempio è un rettangolo, nel quale sono disegnate tre cinte, una esterna all'altra e la più grande di Thutmosi III. E' un campo di rovine in cui al visitatore riesce difficile ricostruire le vicende della costruzione. Sono comunque da notare, dopo il sesto pilone, due pilastri di granito di Thutmosi III, decorati con le piante simboliche, il loto ed il papiro, dell'alto e del basso Egitto, il tardo santuario in granito delle barche sacre di Filippo Arrideo ed infine il sito del santuario originario del Regno medio: era questo il centro focale del tempio. La parte terminale del tempio di Amon, sul suo asse da ovest ad est, è compresa tra i muri al fondo della seconda e della terza cinta racchiudenti il santuario. Qui, subito dietro il luogo più sacro al dio, Thutmosi III eresse quella che comunemente si chiama "sala delle feste", e che è un monumento che commemora il giubileo regale, ossia quella cerimonia che era originariamente la riconsacrazione periodica del re. Il complesso è orientato da sud a nord, quindi ortogonalmente rispetto all'asse principale del tempio di Amon, e vi si entrava da un passaggio meridionale nella seconda cinta del santuario. L'elemento principale è una grande sala a colonne che si estende da sud a nord adiacente e all'esterno della seconda cinta del santuario, ma più significativi sono i vari ambienti che la completano a oriente: santuari dedicati, partendo da sud, agli antenati del re, ad Amon e al culto solare. Una delle stanze di quest'ultimo gruppo è detta "dell'orto botanico", perchè è decorata con piante esotiche conosciute nelle campagne militari in Asia. Dalla corte di Amenhotep III, fra il terzo ed il quarto pilone, si sviluppa, fino al muro meridionale del recinto, l'asse sacro nord-sud. Vi si trovano successivamente quattro piloni (Propilei del sud), opera di Thutmosi III (settimo pilone), di Thutmosi II e Hatshepsut (ottavo pilone), di Horemheb (nono e decimo pilone, quest'ultimo facente parte della cinta meridionale). In un angolo del cortile delimitato dal settimo pilone, vi era il nascondiglio in cui si ritrovarono le statue in pietra (quasi 800) ed in bronzo (circa diciassettemila), man mano sostituite nella lunga vita del tempio. Sul lato orientale del cortile delimitato dal nono e decimo pilone vi sono i resti di un tempio del giubileo di Amenhotep II. L'asse dei Propilei del sud divide la parte meridionale del recinto di Amon in due spazi. In quello occidentale vi è il tempio di Khonsu, costruito da Ramses III, e un tempio tolemaico di Opet, dea ippopotamo tebana, in epoca tarda considerata madre di Osiride, cui avrebbe dato vita in questo tempio. In quello orientale vi è il lago sacro, in cui oggi si specchiano suggestivamente le rovine del tempio di Amon, e sulla cui riva si alza un gigantesco scarabeo di granito, opera di Amenhotep III. Nella parte del recinto di Amon a settentrione del tempio sono depositati tutti i blocchi di pietra rinvenuti negli scavi. Nella stessa zona vi è la cappella dedicata da Sesostri I e destinata a servire da luogo di riposo della barca sacra di Amon nel corso delle processioni. Ne furono rinvenute le pietre nel riempimento del terzo pilone e la loro ricomposizione ha consentito di restituirci un raro esempio dell'architettura del Regno medio. E' un'edicola sita su un podio e formata da quattro file di di quattro pilastri quadrati, che determinano tre aperture per lato. Vi si accede per due rampe, sul lato anteriore e su quello posteriore. All'interno del recinto di Amon vi sono ancora una ventina di cappelle di varie epoche e, adiacente al muro settentrionale, un tempio di Ptah, ricostruito su un precedente tempio del Regno medio da Thutmosi III e ripristinato in epoca tolemaica.

Da "Guida alla civiltà dell'Egitto Antico" di Francesco L- Nera, ed. Mondadori

Torna a Karnak Torna indietro    
Galleria Fotografica Torna alla cartina Torna alla cartina

Webmaster: Maurizio Lira - mlira@libero.it
Graphics & design: Maurizio Lira   Text & lettering: Simonetta Albericci
Tutte le fotografie pubblicate in questo sito sono di proprietà privata ed è vietato farne uso a fini commerciali.

Torna alla home page
Torna alla Home Page