Apries

Nomi:    Apries, Uaphris, Hacacibra Wahibra
Dinastia XXVI (672-525 a.C.)
Anni di regno [589-570 a.C.]
Collocazione storica: Terzo Periodo Intermedio 1080-665 a.C.

Storia: Nel 589 a.C. morì Psammetico II e gli succedette il figlio Apries, il faraone Efree della Bibbia, che subito si accinse a sovvertire la politica pacifica e difensiva adottata dai suoi predecessori. Le notizie del suo intervento in Siria sono attinte soprattutto dai profeti Geremia ed Ezechiele. Per opporsi al suo tentativo di soccorrere Gerusalemme, Nebuchadrezzar interruppe l'assedio, ma lo riprese in seguito. Nel 587 a.C. la città cadde e fu completamente distrutta; la maggior parte della popolazione ebraica fu deportata a Babilonia, mentre coloro che rimasero, trovando intollerabile la situazione in Giudea, fuggirono qualche tempo dopo in Egitto portando con sé il profeta Geremia.
É oscura la parte sostenuta da Apries in questi avvenimenti, perché le fonti egizie tacciono del tutto. Pare che agli inizi del regno egli avesse mandato truppe in Palestina ad appoggiare gli Ebrei, ma che in seguito le avesse ritirate; si parla anche di un attacco del suo esercito contro Sidone e della flotta contro Tiro, ma almeno la prima di queste asserzioni non concorda con i fatti documentati; e forse neppure la seconda, poiché il sacerdote Ezechiele, esiliato, attesta che Nebuchadrezzar assediò per tredici anni la città di Tiro senza che gli riuscisse mai di conquistare questo stato isola.

Nel 570 a.C. Apries fu coinvolto in una nuova e disastrosa avventura, la cui storia è ripresa da Erodoto. A Cirene, sulla lontana costa nordafricana, i Greci avevano creato una vasta e fiorente colonia, tutt'altro che bene accetta però agli indigeni della Libia. Un capotribù libico, Adicran, si rivolse ad Apries chiedendogli protezione.
L'esercito egizio mandato in suo aiuto subì una schiacciante sconfitta della quale, a ragione, fu ritenuto responsabile Apries che di conseguenza perse il trono.

I monumenti lasciati nei suoi diciannove anni di regno sono abbastanza numerosi, ma come faraone la sua figura è oscurata da quella dell'usurpatore che ne prese il posto.


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